Piove sempre quando sei felice

Una composizione fatta di sentimenti, di sensazioni nonché di poesie, frasi, citazioni e pensieri. De Medecis ci delizia con “Piove sempre quando sei felice”, un’opera di gusto che porta non solo a rivolgere i nostri pensieri ma a una vera e propria crescita personale. Un mondo fatto di cose importanti e non, proprio come la vita stessa.  

Una composizione fatta di sentimenti, di sensazioni nonché di poesie, frasi, citazioni e pensieri. De Medecis ci delizia con “Piove sempre quando sei felice”, un’opera di gusto che porta non solo a rivolgere i nostri pensieri ma a una vera e propria crescita personale. Un mondo fatto di cose importanti e non, proprio come la vita stessa.

Introduzione
Una mia insegnante di letteratura delle superiori, che
ebbi negli ultimi anni fatti ai serali, raccontò, durante
una delle sue lezioni, di non capire il senso dei lavori
fatti dagli scrittori contemporanei i quali pubblicano
frasi, citazioni, pensieri, poesie, insomma un elenco
pieno di ricche composizioni letterarie, sui social,
invece di tenersi cari quei pensieri e se opportuno
usarli solo per scopi produttivi proficui. Io pensai:
com’è possibile dare un prezzo a questa libertà?
Oggi quando ci penso, mi vengono in mente
un’infinità di ragioni per le quali la mia insegnante
disse quelle parole. È buffo dirlo ma oggigiorno per
far arrivare la propria voce bisogna urlarla, sì urlare.
Perché quando dai un valore alla tua voce, la rendi
importante. Immaginate di regalare una mela ogni
giorno a un vostro amico con regolarità anche per un
breve periodo, fate dieci giorni! Dopo i primi cinque
giorni noterete dal suo atteggiamento un calo di
entusiasmo nel momento in cui gli darete la mela,
questo è normalissimo! La prima volta che regalerete
la mela, oltre a esserne sorpreso, molto
probabilmente avrà anche piacere; ripetendo il gesto
anche nei giorni successivi questo piacere andrà via via riducendosi. Se invece quella mela vi facesse
guadagnare un euro ogni volta che la date al vostro
amico, voi intanto avrete sempre voglia di dare quella
mela e il vostro amico avrà sempre l’entusiasmo di
comprare quella mela perché gli avete creato un
bisogno.
Per farvi arrivare al motivo per il quale bisogna urlare
la propria voce, vi voglio raccontare prima questo:
quando andavo alle superiori, ogni mercoledì
venivano lasciati gratuitamente dei periodici
nell’atrio della scuola, qualche volta mi fermai a
prenderne una copia, ma quasi sempre perché un
articolo di quel numero sarebbe stato trattato in
classe dall’insegnante, e credo questo fosse l’unico
motivo per cui prendevo quel giornale, altrimenti
probabilmente non ci avrei mai dato un’occhiata. I
motivi per cui non lo avrei mai fatto volontariamente
erano semplici, il fatto che quel settimanale fosse
gratuito, sistematicamente nella mia testa il suo
contenuto non aveva un vero valore, e il fatto che
ogni mercoledì ne potessi avere una copia
gratuitamente lo rese ancora meno interessante. Le
poche volte in cui ho comprato un giornale in vita
mia, non ho mai letto tutti gli articoli ma non ho
neppure letto solo un articolo. Il fatto di aver speso
dei soldi per procurarmelo, lo rendeva interessante.

Link

https://www.libreriauniversitaria.it/piove-sempre-quando-sei-felice/libro/9791220321822

https://www.mondadoristore.it/Piove-sempre-quando-sei-felice-DE-MEDICIS/eai979122032182/

https://www.ibs.it/piove-sempre-quando-sei-felice-libro-de-medicis/e/9791220321822

https://www.libraccio.it/libro/9791220321822/de-medicis/piove-sempre-quando-sei-felice.html

https://www.facebook.com/Demedecis/

L’ospite inaspettato

La notizia s’era diffusa su tutti i giornali, perché se c’era una persona in grado di essere ricoverata per una malattia psichica senza che i giornali ne venissero a conoscenza, quella persona non era Diego Carlito Garcia.

Essendo stato l’ unico erede di Pablo Garcia, Diego ereditò un’ enorme fortuna da suo padre, la metà della quella era finita in opere caritative per il volere di quest’ ultimo.

A differenza dei figli dell’alta borghesia catalana, autoritari, conservatori e promotori di una città di soli ricchi, a Diego era sempre stato insegnato che bisognava schierarsi dalla parte dei più bisognosi. Grazie alle sue donazioni, tantissime associazioni avevano avute gli strumenti per tirare fuori dalla strada tanti giovani orfani, avevano dato a tante mamme single una vita dignitosa, delle strutture per ospitare i senza tetti, acquisendosi così il nome del ricco buono. Il suo malessere era un fatto cittadino, era una notizia che non lasciava indifferente nessuno.

Nei giorni precedenti Anna aveva ricevuto tantissime visite, amici e conoscenti di suo marito, perfino il sindaco non era mancato a mostrarle le sue compassioni, ma di tutte questi volti importanti e non, Anna aveva cercato uno in particolare, un volto riconfortante, un volto amico davanti al quale lasciarsi andare, una spalla su cui piangere e sopratutto una persona che fosse importante non solo per il suo marito, ma per entrambi.

Il tempo ha tendenza di consumarci dentro e fuori quando non ci da le risposte che tanto desideriamo, le visite di Anna a suo marito non le davano le risposte che tante sperava, ma l’amore era fatto di bruttezza prima ancora della bellezza, tra di loro si era instaurato un nuovo amore, un amore privo di ricordi e sensazioni passati insieme, Anna stava conoscendo un lato di suo marito che lei ignorava e Diego stava rimparando a conoscere una donna di cui non ricordava più niente.

Dopo la prima settimana, il suo stato mentale si era ristabilito, egli non ricordava gli eventi post trauma, ma il suo cervello era in grado di imparare nuove cose, essendo l’ unica autorizzata a visitarlo, Anna aveva ripreso a frequentare un fanciullo di cui era già innamorata e Diego riprese a corteggiare una fanciulla che era già sua moglie. Aveva imparato i giorni di visita di Anna e sempre si assicurava di avere la barba fatta e vestiva il suo abito più elegante, Anna invece si faceva bella come una volta, cercava con tutta sé stessa di sedurre il fanciullo che aveva sposato.

I due ripresero a conoscersi, Anna parlava delle sue giornate, di cosa aveva fatto prima di recarsi all’ospedale, e quando l’ emozione si faceva molto pesante, parlava anche di uomo che aveva conosciuto e con il quale aveva vissuto per moltissimi anni della sua vita finché quest’ultimo non si era improvvisamente ammalato e Diego le raccontava delle sue giornate all’ospedale, dei medici e delle infermiere che ogni tanto lo scambiavano per una celebrità, le visite di Anna erano le uniche medicine che facevano effetto sulla malattia di Diego, al punto che i medici le chiesero se poteva aumentare il numero di visite al loro paziente. Un nuovo amore nasceva o era il vecchio a riprendere vita, Anna era sempre gioiosa e piena di vita ogni volta che tornava a casa, quanto a Diego, ogni volta che lei se ne andava il suo cuore era quasi subito invaso dalla tristezza, come se una parte di lui se n’era andata, si amavano, parlavano e ridevano come i fanciulli che una volta erano.

Scrivere era un qualcosa che andava oltre all’oblio, un qualcosa di incarnato, una droga che risolveva ogni situazione che andava oltre ai limiti mentali di un essere umano, Diego custodiva gelosamente un diario su cui annotava i lampi di ricordi che di tanto in tanto si manifestavano nella sua routine, come quando scendeva dal suo letto il mattino e sentiva un vuoto quando i suoi piedi non toccavano le sue pantofole, o quando a colazione non gli veniva portato i churros y poras, o ancora quando non trovava il suo spazzolino sulla specchiera, ma Diego scriveva soprattutto di una bellissima donna che veniva a trovarlo ogni due giorni, scriveva di come si sentiva quando era con lei e dopo la sua visita.

Diego scrisse del suo profumo e come quel eau de toillette era l’unico legame che aveva con il suo passato di cui non ricordava niente, non sapeva a quale donna appartenesse quel profumo.

Ogni visita di Anna era un appuntamento in cui Diego cercava di sedurla e lei cercava di portarlo a ricordare.

Era un mercoledì mattina, il vento spazzava senza fatica le foglie che non avevano resistito all’inverno, le finestre sbattevano a colpi d’aria facendo entrare il vento nelle case a toni di armonia, come quando la primavera lotta contro l’inverno sciogliendo la neve e facendo rifiorire i suoi primogeniti, Anna era impegnata a lucidare la casa, non aveva più smesso di spolverare lo studio del marito e il tutto con la musica che lui amava quando era gioioso, la vie en Rose, era un nuovo innamoramento anche per lei, la vita non sempre poteva andare come lo si programmava ma poteva anche essere migliore di quanto ci si aspettava, Anna era rinata, si stata r’innamorando di un uomo che aveva amato in passato, sentiva emozioni che aveva perduto con gli anni di matrimonio, insomma era ringiovanita con il vantaggio di avere sempre lo stesso uomo accanto, presa tra i pensieri, Anna fu scossa dal citofono, si incamminò fino all’ingresso quando vide nella video fonia una persona che aveva sperato di vedere in questi giorni bui ma che non era passato a trovarla come pochi amici di suo marito, Anna vide Marcus.

Moctar Doumbia

Un vecchio, un giovane e una piazza

Le mani sporche di sangue e le lacrime agli occhi.

Viscida come la richiesta di pietà di un volto rugoso che ha consegnato anima altrui a mani nude, la specie, quella umana, brava è in queste cose:
Prima disprezza, poi toglie la vita a persone a lei simili e poi ancora si commisera per l’ atrocità che ha commesso, ma una cosa è certa non tarderà a ricominciare tutto da capo.

#Pregiudizi e target sociali

Dopo aver osservato profondamente una persona, vi è mai capito di pensare a che tipo di persona voi pensate che sia? A come quella persona pensa di essere?
A come sono di solito le persone con le caratteristiche di quel indivuo?

« Lui è quello che dice di avere una buona memoria e davvero, quello che quando inizia un discorso non ha più voglia di fermarsi per il puro piacere di intrattenere l’attenzione di chi lo ascolta, quello che quando ti racconta un film non hai più bisogno di vederlo, quello che da una distanza importante si vede che è un po’ particolare rispetto alla compagnia che frequenta, quello che sembra tirarsela un po’, quello che ha l’aria di un maniaco o con dei fissi strani, quello che sembra un perfettino e viziato, quello che si da arie di un patrizio, quello che ha la fissa per il look, quello che sembra maleducato e probabilmente arrogante, quello che ha l’aria di un secchione, quello che ha sempre qualcosa di troppo diverso dagli altri, quello che quando è in giro con gli amici è solito a dire che una bionda con gli occhi azzurri, un bel sedere e il petto generoso non è carina quando gli altri solo al pensiero ci sbavano, e invece considerare meravigliosa una rossa, la faccia grezza e piena di lentiggini, l’apparecchio in bocca, e vestita con un look che chi si veste solo di tute e di felpe ignora, quello che ha sempre qualcosa da dire, quello che fa sempre discorsi filosofici come uno che ne ha fatti di esperienze nella sua vita, quello che sembra troppo maturo per la sua età, quello a cui una ragazza potrebbe dare facilmente del ragazzo poco serio ma allo stesso tempo lo trova irresistibile, quello che intimidisce chi ha poca sicurezza in sé. »
La lista di descrizioni che spesso ci viene legata è davvero lunga, pensate!

Il problema è che nella società odierna molto spesso ci limitiamo soltanto alle apparenze senza nemmeno chiederci che tipo di persona si nasconde davvero dietro a tutta quella corazza che abbiamo l’impressione di vedere.

Ogni giorno sono tantissime le persone che vengono sistematicamente classificati o meglio osservati attraverso i filtri di questi target sociali senza poter farci nulla.

E tu, come sei targato dalla società? E come classifichi solitamente le persone che incontri nella vita di tutti i giorni?